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IL CUORE E’ SEMPRE GIOVANE

Ho un età che segue la scia degli anta.Non vi dico i miei anni perché ad una signora che si rispetti non la si chiede mai.Ho dei risparmi un bel gruzzolo lo tengo da parte per le sanguisughe dei dentisti il resto lo spendo volentieri in viaggi e in libri. Ogni tanto ho voglia di partire in cerca dell’anima gemella, voi vi chiederete ancora credi a queste cose…di uomini ne ho avuti ma avevano sempre un anima incompatibile con la mia. Ho detto uomini ma in realtà sono stati appena due che hanno pesato sulle mie povere braccia, non fisicamente ma di tutto il resto.
Il mio principe azzurro quello che fino a ieri pensavo di incontrare su di una nave, in un aeroporto, un Indiana Jones, un avventuriero sfacciato e tenebroso ancora non si era fatto vivo. Sogni…strano a volte mi sento come una donna molto giovane, che ne contiene una davvero vecchia. Son fatta a strati di anni, dove mi vedo senza futuro con un bagaglio di menzogne volute scelte per scacciare da dosso delusioni, rinunce dolori. Ci vorrebbe un filtro magico o continuare a scrivere per dar corpo ai miei pensieri.
Nessuno investe un euro per te perché non c’è ritorno economico o erotico così ho puntato tutto sulla libertà in solitudine sperando di non essere la sola a condurre una vita fatta di piccole cose, chiusa nel mio labirinto dal quale non ho mai voluto essere aiutata ad uscire! Solo due giorni fa l’uomo dei miei sogni, l’inquilino dell’ultimo piano mi aveva accennato un saluto, dopo il saluto ci fu un invito perentorio che non ammetteva un rifiuto a prendere un innocente caffè.
Mi sentivo un gattino che ubbidisce ad una tigre improvvisamente fuori dalla tana nel cuore della giungla.Fu bellissimo riuscii anche a guardarlo nei suoi occhi chiari, mi piaceva, quello che trovavo assurdo era che anch’io piacevo a lui. Fù il caffè più lungo di quel periodo, l’amore tornava a dipingere i miei giorni. Ormai andavo a briglia sciolta avevo perso ogni timidezza, lui mi ascoltava e questo già era molto, avevo ritrovato il coraggio, la conversazione entusiasmante come quella di due ragazzi che hanno tanto da raccontarsi.
Gli occhi mi brillavano dalla gioia gli dicevo di me ed ero sincera potevo permettermelo non avevo niente da perdere, alla mia età il peggio che mi poteva succedere, era essere ignorata. Quello che mi piaceva di lui era il modo col quale mi faceva capire che mi voleva bene, lo scoprii tardi, ma dopo quel caffè si era aperto e confidato e tutto mi sembrò meraviglioso. Seguirono giorni di attenzioni, piccole cortesie gli compravo il giornale, lui mi portava la posta, ogni tanto dei dolcetti. Una sera prima di salutarmi guardandomi intensamente col suo caratteristico fare autoritario mi disse che mi avrebbe aspettato a casa sua… dopo cena, lasciandomi libera di scegliere.Ne seguì un amorevole saluto, un bacio sulla fronte.
Appena in casa mi appoggiai alle piastrelle della cucina, il momento della verità era arrivato. Presa dal panico corsi davanti allo specchio, vi si rifletteva la mia figura ancora piacente che mi incitava ad andare all’appuntamento, mentre la mia carta d’identità sul comò frenava l’impulso di accettare l’invito. Avrei bussato alla sua porta….mi vedevo già la scena, di me impacciata, avrebbe potuto amarmi così tanto, da non vedere le non più giovani linee del mio corpo, i seni ormai mele mature, bastò questo per farmi inorridire…cosa stavo facendo …avevo paura. La mia fisicità stava distruggendo il mio sogno.
La pendola mandava rintocchi, mi aspettava per le 21…”già noi si cena presto.” un silenzio atroce e le lancette già segnavano le 21 e 30. Chiusi la porta della mia camera sopraffatta dall’amarezza, mi lasciai andare in un pianto dirotto senza riuscire a scacciarla da me……

Mirella Narducci

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