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IL MARE D’ ESTATE

Il mare è il grande protagonista della mia estate meravigliosa. Fin da quando ero bambina mi capitava di rivolgermi al mare per confidargli le mie ansie le mie paure. Depositario inconsapevole le assorbiva e le inabissava nelle sue profondità, lasciandomi i pensieri più belli.Le sue onde misteriose e armoniose con il loro moto incessante ed eterno mi conducevano lontano con la fantasia. Un’ estate scoprii quanto fossi legata al mare, trascorrendo una vacanza, da sola, presi questo periodo come una pausa, un riposo… ne avevo bisogno. Passavo quei giorni sulla riva, dove le onde mai stanche mi lambivano i piedi con carezze consolatrici. Il mare sa ascoltare, in silenzio mi abbracciava e sembrava sussurrarmi che lui mi era vicino e che insieme facevamo parte del creato per adempiere ad un disegno divino. Non ero più sola, la voce del mare a volte dolce a volte tempestosa mi cullava mi rassicurava portava i pensieri laggiù dove l’orizzonte si confonde col cielo. Nello sciabordio si afferravano parole che arrivavano con le onde e si infrangevano nel mio cuore erano parole d’amore. Diventava poeta quando mi dettava frasi che facevano poesia…Raccoglieva i miei pensieri e li spargeva negli anfratti, tra i marosi lontani, in modo che qualcuno li raccogliesse e ne svelasse il significato. Quante volte ho raccolto conchiglie per gioco e a loro ho confidato i miei sogni nascondendoli nei loro orifizi. I loro gusci colorati, madreperlati adagiati sulla sabbia mi incantavano ma tu dispettoso con le tue onde le trascinavi nei tuoi flutti perché ti svelassero i miei sogni segreti. Guardando il mare ti assale la malinconia che spegne ogni agitazione, il suo flusso ci trasporta in un fascino ipnotico che ammalia. Un estate vissuta in simbiosi con lui può divenire un qualcosa di unico, irripetibile. Immersa nelle sue acque, gridavo prendimi…. Il corpo perdeva peso, tra cielo e mare, come un ritorno nel ventre materno, in una oscillazione anfibia in un processo di evoluzione che mi faceva abbracciare l’immenso. Dolcemente mi adagiavi sulla riva regalandomi le tue ultime carezze. Ogni estate ti ritrovo, sempre nuovo, mi libero di ogni angoscia e restiamo insieme noi due soltanto…Sul far della sera nella luce di un tramonto che rischiara appena le acque, in religiosa attesa aspetto che il buio diventa il padrone della notte. Rapita dal tuo dolce canto respiro il tuo respiro, chiudo gli occhi e già sono nel mio paradiso. Grazie mare, per l’estate meravigliosa che mi hai donato.

Mirella Narducci

Published inracconti

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