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LA CASA DI DIO

Sopra un alto colle tra felci e rami torti un sentiero stropicciato e frettoloso conduce i tuoi passi alla soglia dimessa d’un vecchio convento.Con timorosa curiosità l’uscio accostato invita ad entrare e all’occhio si mostra quello che era un tempo un orto. Sassi, buche, radici secche piante squarciate che videro giorni gioiosi e mani amorevoli….Quieto e silenzioso un chiostro viene lambito da leggere brezze che odorano di rosmarino e un fogliame scomposto nasconde rovine che custodivano anime pie. Suore, dalle vesti fruscianti che lievi salivano e scendevano scale. Nel lungo corridoio cellette buie come perle di un rosario si affiancavano ora vuote e deserte. Nel mistico silenzio par di sentire un sussurrar di preghiere. Lo spirito del bene è padrone del vecchio monastero dove mogli di Cristo penitenti con mani di cera hanno fatto della loro vita dono. Nella tristezza dell’abbandono s’alza un canto d’usignolo è cosi forte e vivo che par che inviti le campane a suonare nel cielo blu che abbraccia il mondo intero.

Mirella Narducci

Published inracconti

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