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LETTERA DI UN CINEDO

“In questo pomeriggio festivo senza ansia, una sigaretta a metà, col tempo che non mette bene… penso a lui….Sono un gay di altri tempi, di una Grecia antica quando Platone amava il suo giovane amico.L’amore fra simili era una formula magica che celava una spiritualità profonda e infondeva energia a piccole gocce. Non pensiamo a nulla di perfetto, senza immaginare il contrario, amo un uomo e mi basta trovare la perfezione in quel suo amore, che scongela la fonte gelata e ridà vita al mio corpo di pietra. Estasi sublime l’accettazione sociale che mi trovava errante nel passato, come uno spigolatore sui campi alla ricerca dell’entusiasmo di questi amori proibiti che niente hanno di diverso, che il fatto di essere dello stesso sesso. Conservare un idea di quei giorni paragonandoli all’oggi, trovo in questi ultimi, una violenza inaudita, la cattiveria che esplode in una giungla dove vilipendio, offese ti dilaniano. Anche quel sogno che nasce dal tuo spirito diventa una maledizione che pesa su di te. Ti ritroverai solo e quel fiore diverso che ti è sbocciato nel petto verrà bruciato prima che sbocci. L’amore che viviamo non si estingue, ne sapremo mai che cos’è la nostra pochezza, il nostro essere gay. Siamo quelli a cui piace l’ ignoto, la fredda lontananza da un mondo normale, lasciamo che uccidano i dolci germogli delle affinità e dell’amore nel nostro petto. Straziante sarà la separazione, ci divideremo l’uno dall’altro stanchi di lottare per ogni cosa che in natura invecchia e ringiovanisce così spero accada per l’amore?! Addio dolce compagno, mai amore per me fu così puro!

Mirella Narducci

Published inracconti

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