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L’ UOMO NERO NON E’ UNA FAVOLA

Per la terza volta la incrociò davanti al portone del dottore, sempre di lunedì e sempre alla stessa ora. Era certo di averla già vista, prima di quegli incontri, ma non avrebbe saputo dire dove né quando. Forse era anche lei una paziente e aveva l’appuntamento alle quattro, si disse salendo le scale verso lo studio. Ero puntuale anche un po in anticipo, in un lunedì tranquillo vicino alla Epifania. Il campanello stridulo dello studio medico mando il suo richiamo, entrai nell’accogliente appartamento di grande metratura che il mio amico e collega divideva con altri due medici. Sulla targa della sua porta si leggeva “ Dott.re Psicologo e Psicoanalista S.De Santis” per me era solo Sandro psicologo molto coscienzioso, bravissimo, conoscitore dell’animo umano. Usava tecniche nuove, i suoi pazienti erano persone con problemi seri, le sue cure non si limitavano solo a guarirli ma ne traeva dei trattati dove si esaminavano i fenomeni che potevano portare alla pazzia. Per me il matto era lui, si immedesimava troppo nei suoi assistiti era una frustrazione continua, lui ci guadagnava la loro fiducia. Tornando a me ero meno cervellotico, mi limitavo a dare farmaci e a vedere i pazienti sorridere per un miglioramento.Questo pomeriggio ero deciso a soddisfare una mia curiosità che mi tormentava da tempo. Appena solo con Sandro gli chiesi con molto tatto se aveva in cura una ragazza molto carina, esile con dei grandi occhi nocciola che incontravo sempre alle quattro all’entrata dello studio. Mi rispose seccato della richiesta e rispose – Chi la bambina?! – Silenzio poi riprese – Viorica ha 16 anni ma ne dimostra molti meno. Ha una storia alle spalle molto travagliata. Io l’ho convinta a venire, non voglio essere pagato, mi fa pena, l’ho presa a cuore come fosse mia figlia. Continuò – E’ piena di paure a volte è sicura delle sue certezze, un altalenare continuo spesso porta il suo animo in confusione, in uno stato d’incoscienza che la rende estranea al mondo che la circonda. Fragile, indifesa non riesce a superare le tempeste del suo inconscio. Sirene malvagie intrecciano chimere dove anche il nocchiero più esperto va a naufragare.I suoi occhi di fanciulla hanno visto cose orrende, ha coperto con veli pietosi le violenze subite ma non le ha cancellate dalla mente. Mentre mi spiegava la complessità dell’animo di Viorica un colpetto alla porta mise fine ai nostri discorsi. Era lei la misteriosa ragazzina, rimase perplessa della mia presenza, stava per tornare indietro ma Sandro con fare deciso la invitò a rimanere, anche questo era un suo metodo di cura, rompere la privacy con la paziente introducendo elementi esterni per socializzare e far capire che non tutti sono dei mostri. La nostra è una vocazione, la guardavo e mi era difficile pensare allo stupro vissuto, alle angherie subite, per non parlare della sua anima bersagliata da eventi tragici per la sua giovane età. Si distese sul lettino, composta i suoi occhi non mi lasciavano un secondo, avrei voluto aiutarla a ritrovare se stessa, quella che era stata da piccola ma non avrei saputo da dove iniziare.Come tutti gli anni vicino all’Epifania avevo preso l’abitudine scherzosa di portare a Sandro una calza della Befana, non avendo entrambi dei figli ci si prendeva in giro con questo dono, un po per scaramanzia e molto per ridere. Le nostre Befane erano le nostre madri che riempivano i calzini delle cose più svariate. Così d’improvviso tirai fuori dalla busta il mio calzino con un vistoso buco da cui spuntava una coloratissima caramella. Viorica sorpresa e curiosa come una qualsiasi bambina davanti ai nostri occhi divertiti iniziò a tirar fuori dolcetti, cd, guanti di lana e un infinta di carbone…stupita ma con la gioia nel cuore stava per chiedermi la ragione di tutto quel carbone. Intuita la domanda risposi – E’ la mamma…. quest’anno sono stato proprio cattivo!! – La parola mamma e la mia confessione spontanea le stamparono in viso un sorriso smagliante, aperto. Si veramente era solo una bambina!!

Mirella Narducci

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