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SCARPETTE ROSSE

Continuavo a guardarmi
le scarpette rosse di vernice lucida.
Seduta nel corridoio, vicino all’uscita
di casa,unica via verso la libertà
dove il sole brillava e non c’erano grida.
Ogni tanto alzavo il capo, sperando
in un silenzio, ma gli urli acuti
mi sobbalzavano nel cuore.
Con rassegnato dolore tornavo
ai miei sogni,fantasie
che mi portavano lontano.
Le mie favole erano piene di fate
di dolci melodie, questa mia famiglia
grottesca e superficiale non capiva
la mia tristezza che giustificavano
con la prima scusa banale “capricci di bimba”.
L’egoismo degli adulti mi aveva cancellato
non ero nulla, non contavo niente.
Troppo piccola per capire
troppo grande per giocare coi sogni.
La tv al massimo volume, alte grida
parole sgraziate e anche un pianto.
Un attimo e guadagnavo l’uscita, ero fuori
per strada, non c’erano sorrisi, ne lacrime
ne rumori, ne sferzate di schiaffi.
Mi allontanavo a piccoli passi fra la gente
sorridendo alle mie scarpette rosse lucide
che mi accompagnavano col loro tic tac… gioioso.

Mirella Narducci

Published inpoesie

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